domenica, febbraio 25, 2007

Il blog si è spostato su Wordpress

Ciao!
In attesa di comprare un dominio (ce la posso fare) annuncio che il blog si p spostato qui.
Vi ritrovo tutti? Sìììì.

domenica, febbraio 11, 2007

Confine



Il ponte di Kostajnica, sul fiume Una, al confine tra Croazia e Bosnia Erzegovina.

Qui di seguito il breve viaggio che ho fatto questo week end in Bosnia, a seguito dell'Adl.

Case?




Appena passato il confine con la Croazia la prima cosa che colpisce è incontrare ancora oggi, a tanti anni dalla fine della guerra, un gran numero di resti di case bombardate, come un monito.

Zavidovici - Sede dell'Adl


La sede dell'Ambasciata per la Democrazia Locale a Zavidovici.

"L'Associazione è nata nel 1996. Alla base del progetto c'è l'iniziativa spontanea di un gruppo di pacifisti riuniti nel Coordinamento Bresciano Iniziative di Solidarietà che nel 1992, all'epoca della guerra in Bosnia Erzegovina, aveva cominciato a realizzare operazioni di soccorso e aiuto umanitario a favore della popolazione civile, e allo stesso tempo ad accogliere in Italia profughi e sfollati.
Negli anni, il progetto si è allargato coinvolgendo oltre a Brescia anche i territori di Alba e Cremona. Oggi, a seguito dell'ingresso nel programma delle Ambasciate della Democrazia Locale del Consiglio d'Europa e della inaugurazione di una Ambasciata a Zavidovici, l'Associazione si configura come una struttura che vede al suo interno la collaborazione tra gruppi del volontariato e della società civile, ong, enti locali italiani ed europei ed organizzazioni internazionali (il Consiglio d'Europa)." [tratto dal "Chi siamo" nel sito Adl]

Alla nascita dell'associazione c'è anche un tragico episodio, raccontato da Luca Rastello in La guerra in casa.
"Il 29 maggio 1993 Un gruppo di cinque volontari italiani, in convoglio, a bordo di un camion e di una jeep, attraversava la Bosnia centrale. Obiettivo: portare aiuti alla popolazione di Vitez e Zavidovici. Da Zavidovici, come concordato con le autorità cittadine, la delegazione avrebbe riportato in Italia su di un pullman 62 persone, vedove con i loro figli, per sottrarle alla guerra in corso.
Vicino a Gornij Vakuf i "Berretti Verdi" di Hanefija Prijc, Paraga, sequestrano il convoglio. I cinque volontari, fatti scendere dai loro mezzi, vengono scortati ad una radura poco lontana e fucilati. Muoiono Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni. Agostino Zanotti e Christian Penocchio riescono a salvarsi fortunosamente gettandosi nei boschi."

Zavidovici - Serre




Tra i progetti che stanno promuovendo e sostenendo economicamente in questo periodo c'è quello di impiantare serre di coltivazione biologica nei pressi di Zavidovici


Nella foto l'incontro tra un agricoltore italiano e una coltivatrice bosniaca.

Zavidovici


Zavidovici - Mercato




Il mercato dei generi alimentari.

Tanto per dire che la tensione ancora è alta: due ore dopo che ci siamo stati noi hanno sgomberato il mercato per l'annuncio della presenza di una bomba.

Zavidovici




Vedute della città

Sarajevo, biblioteca nazionale



La facciata della Biblioteca nazionale e la scritta che si può leggere vicino al portone d'entrata.

Sarajevo, una moschea


Il cortile di una moschea in una delle vie più centrali di Sarajevo

Scacchi


In un piccolo parco del centro di Sarajevo una partita a scacchi giocata con "pezzi" in plastica alti un metro, un ritrovo pubblico che attira l'interesse per l'insolito dei turisti.

Il nazionalismo non muore...



Come ci ha fatto notare Agostino questi "resti" di nazionalismo serbo hanno un carattere più che inquietante...

mercoledì, gennaio 10, 2007

la Battaglia di Gallipoli




Verso la fine del 1914 il fronte francese e belga era ormai fondamentalmente immobile, e la Russia, con il mar Baltico completamente bloccato dalla flotta tedesca, aveva nel mar Nero controllato dagli Ottomani l'unico sbocco sul mare disponibile per i rifornimenti. Il Lord ammiraglio della flotta dell'Impero Inglese Winston Churchill crede che "una buona armata di 50.000 uomini" sia più che sufficiente a zittire la minaccia dell'impero ottomano e oltretutto gli fa anche comodo usare le navi ormai obsolete risultate inadeguate contro la flotta tedesca: decide di attaccare la penisola di Gallipoli, punto strategico all'ingresso dei Dardanelli.

la Battaglia di Gallipoli -2




Dopo un primo tentativo di forzare i Dardanelli chiusosi disastrosamente con tre navi affondate e tre seriamente danneggiate, le forze alleate decidono per un'invasione di terra e nel corso della notte del 25 aprile 1915 gli ANZAC, le truppe volontarie di Australia e nuova Zelanda dirigono i mezzi da sbarco verso Gabatepe, ma la corrente li trasporta un miglio più a nord.

la Battaglia di Gallipoli -3




Gli alti comandi Ottomani si aspettavano uno sbarco nel golfo di Saros. Il tenente colonnello Mustafa Kemal, che diventerà negli anni successivi Ataturk, padre della patria, primo presidente della repubblica Turca, comanda al 57 reggimento: "Io non vi ordino di combattere, vi ordino di morire. Nel tempo che impiegheremo a morire, altri comandanti ed altri soldati verranno a prendere il nostro posto".

la Battaglia di Gallipoli -4



Rispetto alle coste scoscese per le quali si erano esercitate, le truppe ANZAC si trovano di fronte ad uno scenario completamente diverso e, sebbene in superiorità numerica, subiscono gravi perdite. L'idea di una invasione lampo svanisce.

la Battaglia di Gallipoli -5



Gli Anzac ricevono rinforzi e partono il 6 agosto con un contrattacco, decisi a conquistare la decisiva collina di Chunuk Bair, dalla quale si domina tutta la penisola. Nella notte del 9 agosto, i Turchi riescono a fermare gli Alleati a 25 metri dalle loro trincee.

la Battaglia di Gallipoli -6




Con posizioni a volte distanti solo 8 metri l'una dall'altra, i combattimenti sono furiosi, e l'ordine di uscire dalle trincee è una sicura condanna a morte. I proiettili sparati sono così numerosi che si colpiscono l'uno con l'altro in volo.

la Battaglia di Gallipoli -7



Mustafa Kemal Ataturk dirige i combattimenti dalla prima linea, scampando diverse volte miracolosamente alla morte: una volta uno shrapnel esplode vicino alla sua posizione ed un proiettile diretto al suo cuore viene bloccato dall'orologio che portava nel taschino della divisa.