mercoledì, gennaio 10, 2007

la Battaglia di Gallipoli




Verso la fine del 1914 il fronte francese e belga era ormai fondamentalmente immobile, e la Russia, con il mar Baltico completamente bloccato dalla flotta tedesca, aveva nel mar Nero controllato dagli Ottomani l'unico sbocco sul mare disponibile per i rifornimenti. Il Lord ammiraglio della flotta dell'Impero Inglese Winston Churchill crede che "una buona armata di 50.000 uomini" sia più che sufficiente a zittire la minaccia dell'impero ottomano e oltretutto gli fa anche comodo usare le navi ormai obsolete risultate inadeguate contro la flotta tedesca: decide di attaccare la penisola di Gallipoli, punto strategico all'ingresso dei Dardanelli.

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Dopo un primo tentativo di forzare i Dardanelli chiusosi disastrosamente con tre navi affondate e tre seriamente danneggiate, le forze alleate decidono per un'invasione di terra e nel corso della notte del 25 aprile 1915 gli ANZAC, le truppe volontarie di Australia e nuova Zelanda dirigono i mezzi da sbarco verso Gabatepe, ma la corrente li trasporta un miglio più a nord.

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Gli alti comandi Ottomani si aspettavano uno sbarco nel golfo di Saros. Il tenente colonnello Mustafa Kemal, che diventerà negli anni successivi Ataturk, padre della patria, primo presidente della repubblica Turca, comanda al 57 reggimento: "Io non vi ordino di combattere, vi ordino di morire. Nel tempo che impiegheremo a morire, altri comandanti ed altri soldati verranno a prendere il nostro posto".

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Rispetto alle coste scoscese per le quali si erano esercitate, le truppe ANZAC si trovano di fronte ad uno scenario completamente diverso e, sebbene in superiorità numerica, subiscono gravi perdite. L'idea di una invasione lampo svanisce.

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Gli Anzac ricevono rinforzi e partono il 6 agosto con un contrattacco, decisi a conquistare la decisiva collina di Chunuk Bair, dalla quale si domina tutta la penisola. Nella notte del 9 agosto, i Turchi riescono a fermare gli Alleati a 25 metri dalle loro trincee.

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Con posizioni a volte distanti solo 8 metri l'una dall'altra, i combattimenti sono furiosi, e l'ordine di uscire dalle trincee è una sicura condanna a morte. I proiettili sparati sono così numerosi che si colpiscono l'uno con l'altro in volo.

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Mustafa Kemal Ataturk dirige i combattimenti dalla prima linea, scampando diverse volte miracolosamente alla morte: una volta uno shrapnel esplode vicino alla sua posizione ed un proiettile diretto al suo cuore viene bloccato dall'orologio che portava nel taschino della divisa.